giovedì 24 aprile 2014

L'istruzione di Gargantua

<E andavano anche a vedere come si temperano i metalli, o come si fondono i pezzi d'artiglieria; o andavano a visitare i lapidari, orefici e incisori di gemme, o gli alchimisti e i monetari, o i tessitori di arazzi, di panni e di velluti, o gli orologiai, gli specchiai, gli stampatori, i fabbricanti di organi, i tintori e altri generi di artigiani e, distribuendo sempre buone mance, apprendevano ed esaminavano l'industria e le invenzioni dei mestieri. (...) E invece di andare a erborare, visitavano le botteghe dei droghieri, erborari e apotecari, considerando attentamente frutti, radici, foglie, gomme, semenze, unguenti esotici, e in qual modo anche vengono adulterati.>
(Libro primo: "Gargantua", capitolo 24, pagina 80)

Qui a mio avviso ci si immerge completamente nella realtà lavorativa dell'epoca. Rabelais descrive una lunga serie di attività in vari campi produttivi: dalla metallurgia alla tessitura all'oreficeria... Ma il fattore che li accomuna è il fatto di essere artigiani; l'artigiano è colui che racchiude in sè tutto il processo produttivo del bene creato perchè parte della materia prima e la lavora per arrivare al prodotto finito (quindi non commercia oggetti creati da qualcun altro). La parola deriva dal latino <ars> che significa arte, infatti inizialmente non c'era distinzione tra artigiano e artista perchè quest'ultimo altro non era che l'artigiano emerso per bravura dopo un periodo di apprendistato. La tecnica dell'artigiano procederà fino alla metà del 1700.

Nessun commento:

Posta un commento