martedì 10 giugno 2014

Post finale

ABBECEDARIO
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Cavalleria
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Ferro
Guerra
H
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Notre-Dame
Organo
Pennacchio
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Ribaldo
Spiedo
Tavole rotonde
Utopia
Vino
Zibetto (profumo)



INDICE

giovedì 5 giugno 2014

La trappola 2

<Allora Panurge tolse fuori dalla nave due gran corde, e le attaccò da una parte all'argano che era sulla tolda, dall'altra le mise in terra, e le dispose in due gran cerchi, uno più largo e l'altro all'interno più piccolo>
("Pantagruele", capitolo 25, pag 271)

Con questo stratagemma Panurge e Epistemone sconfiggono seicentosessanta cavalieri semplicemente attirandoli nei cerchi formati dalle corde e azionando l'argano.

L'erezione dell'arco trionfale

<[...] eressero un gran palo di legno, al quale appesero una sella d'armi, un frontale di cavallo, pennacchi, staffe, speroni, un usbergo, un'armatura d'acciaio, un'azza d'armi, uno stocco, un guanto di ferro, una mazza, ascelliere, gambiere, una gorgera, e insomma tutto l'apparecchio necessario per un arco trionfale o Trofeo>
("Pantagruele", capitolo 27, pagina 276)

Arma da giganti

<Ma Lupo Mannaro da parte sua si voltò a Pantagruele con una mazza tutta d'acciaio, pesante novemilasettecento quintali e quattro miria, d'acciaio calibrano, che aveva alle estremità tredici punte di diamante, di cui la più piccola era grossa come la campana maggiore di Notre-Dame di Parigi>
("Pantagruele", capitolo 29, pagina 285)

martedì 27 maggio 2014

L'abbazia dei Telemiti

In questo capitolo Rabelais descrive accuratamente l'appena costruita abbazia dei Telemiti, in dono al frate che ebbe un ruolo determinante nella guerra ormai finita. L'abbazia può essere considerata il simbolo, il centro fondamentale del Monachesimo, fenomeno nato dopo il crollo dell'Impero Romano d'Occidente diffusosi in tutta Europa; essa diventa una microsocietà chiusa che permette l'autosostentamento di questa comunità e non rappresenta soltanto un centro religioso ma anche culturale e produttivo. Nella realizzazione dell'enorme struttura ogni particolare è curato: il tetto è ricoperto d'ardesia, i costoloni vengono decorati con figure di uomini e animali e perfino le grondaie vengono dipinte d'oro e azzurro.

<La costruzione fu di forma esagonale, in modo che ad ogni vertice si elevava una grossa torre rotonda, della misura di sessanta passi di diametro, e tutte erano eguali di grandezza e d'aspetto. [...] Fra una torre e l'altra c'era una distanza di trecentododici passi. Tutta la costruzione era a sei piani, contando per uno anche lo scantinato sotto terra. Il pianterreno era a volta arcata, a forma d'un manico di paniere; gli altri piani avevano i soffitti stuccati di gesso di Fiandra, a forma di cul di lampada; il tetto era coperto d'ardesia fina, coi costoloni di piombo ornati di figure di fantocci e animali ben assortiti e dorati, con le grondaie che sporgevano dalla muraglia, tra una finestra e l'altra, dipinte a strisce diagonali d'oro e d'azzurro, giù fino a terra, dove finivano in bei canali che sboccavano tutti nel fiume passando sotto la casa.>
("Gargantua", capitolo 53, pagina 151) 

lunedì 12 maggio 2014

Libri

Quando Pantagruele viaggia Parigi ha modo di visitare la biblioteca di San Vittore e di ammirare l'infinità di libri che contiene. Rabelais, riportando i titoli dei vari volumi (inventati o meno), non perde occasione per fare umorismo su di essi e alcuni hanno a che fare con la guerra.

<L'arnesaglia dei Presidenti;
Stratagemata francarcierii de Baignolet;
Franco Tapinus, De Re militari, cum figuris Tevoti;>
Il franc'arciere di Baignolet era un personaggio leggendario, il tipo dello spaccone codardo, ampiamente illustrato dalle farse popolari. Franc'arciere sta per arciere franco, ovvero un soldato a piedi o a cavallo così chiamato perchè affrancato dalle imposte, cosicchè fosse sempre pronto a entrare in guerra ad ogni chiamata del re.
Il riferimento al De Re militari scritto da un certo Franco Tapinus (sinonimo di misero, infelice) è un'allusione nonché satira verso gli svariati trattati medievali con quel nome tra cui l'opera scritta in latino attorno al 1450 da Roberto Valturio, consigliere di Sigismondo Pandolfo Malatesta di Rimini.


<L'invenzione della Santa Croce, a sei personaggi, riprodotta dai clerici più filoni>
Con l'invenzione della Santa Croce si allude, fingendo di parlare d'una sacra rappresentazione, all'opera di falsi monetari, capaci di riprodurre le monetine d'argento contrassegnate con una croce.

Le citazioni sono prese dal capitolo 7 del secondo libro, pagine 199-200

domenica 11 maggio 2014

Le catene

<Ragion per cui Gargantua, temendo che [Pantagruele] si facesse del male, fece fare quattro grosse catene di ferro per legarlo, e fece mettere alla culla degli arconi ben puntellati. E di quelle catene se ne può veder una alla Rochelle, che viene tesa la sera fra le due grosse torri che guardano il porto; l'altra è a Lione, un'altra ad Angiers, e la quarta fu portata via dai diavoli, per legare Lucifero che in quel tempo si scatenava, per via d'una colica che lo tormentava da matti, per aver mangiato a colazione l'anima di un sergente in fricassea.>
(Libro secondo: "Pantagruele re dei Dipsodi restituito al naturale con le sue gesta e prodezze spaventevoli", capitolo 4, pagina 188)

Gargantua per contrastare l'irrequietezza dell'appena nato Pantagruele motivata dalla sua fame insaziabile, fa costruire una culla apposita per bloccarlo con catene e archi puntellati al suolo. Con il suo inconfondibile stile, Rabelais descrive iperbolicamente la grandezza e la resistenza delle dette catene.